Vietnam, Mui Ne 2003

La placida spiaggia di Mui Ne, è una lunga e magnifica distesa di sabbia bianca, situata a circa 200 chilometri da Ho Chi Minh (Saigon). Rappresenta un luogo di villeggiatura sulle coste del Vietnam. Raggiungiamo la località dopo una notte trascorsa in pullman e troviamo una sistemazione in una capanna affacciata sulla riva del mare, a pochi metri dall’acqua.Un posto da sogno, laclassica foto da depliant turistico. Il caos infernale, il traffico caotico, le orde di motorini sulle strade dell’antica capitale, sono ormai un lontano ricordo. Mentre la mia dolce metà si riassesta sotto una doccia rinfrescante, decido di sgranchire le gambe con una corsetta su quella magnifica striscia dorata. Un modo per rientrare in contatto con la natura e familiarizzare con il luogo. Una scorciatoia per ritemprare la mente, dopo lo sfiancante viaggio. Scarpette da ginnastica, pantaloncini elasticizzati, una maglietta, rappresentano il minimo indispensabile per partire. Inizio l’escursione andando incontro al sole, per cercare di assorbire l’energia trasmessa dai suoi caldi raggi e rigenerare il fisico dalla stanchezza accumulata. Il mare si presenta leggermente mosso. Nel periodo agosto-dicembre, grandi onde si prestano ad essere cavalcate da numerosi surfisti, mentre da ottobre ad aprile, i venti favoriscono wind e kite. Il litorale è orlato di palme che ondeggiano ad una leggera brezza, è un posto davvero incantevole. In questa stagione c’è il clima ideale per correre, la giusta temperatura, allungo la falcata aumentando la cadenza sulla soffice sabbia.Supero tutti gli insediamenti turistici che si susseguono sulla riva e attraverso una barriera di scogli che porta ad un villaggio di pescatori. Si respira un’atmosfera d’altri tempi, reti stese per essere rammendate, decine di barche ormeggiate sul bagnasciuga, capanne semplici, ma ricche di vita. Ristagna nell’aria l’odore del pesce appeso ad essiccare e poi, d’un tratto, bambini, decine di bambini, che si uniscono alla mia corsa allegri e festanti. Una combriccola vivace e giocosa che mi accompagna fino all’estremità dell’abitato tra risate e gridi d’esaltazione. Alcuni zigzagando di fronte, altri sorpassandomi di slancio per poi fermarsi ad aspettare.
“Hallo!”
“Good morning!”
“Give me five!”
Sparo tutto il mio repertorio.Una scena indescrivibile di gioia ed euforia, vicina al gesto sportivo, una spontanea esplosione d’entusiasmo capace di contagiare chiunque. Continuo rallentando leggermente, per vivere appieno il momento, per cogliere l'attimo, "carpe diem".
“Go!”
“Vamos!”

Un poliglotta. Allegria allo stato puro, la spensieratezza infantile, libera da pensieri.
Giunto alla foce d’un grande fiume, difficile da guadare, inverto la marcia per ritornare al bungalow. Attraverso ancora il villaggio scortato dalla festosa compagnia, poi saluto tutti distendendo nuovamente la falcata fino alla base.Un ricordo incancellabile di un’esperienza unica.
“GOOOOOOOD MORNING VIETNAM” Gli echi di quelle risate e il famoso saluto radiofonico, dell’attore Robbin Williams nel film good morning, Vietnam (USA 1987), torneranno alla mente ogni volta che correrò su qualche spiaggia.
“GOOOOOOOD MORNING VIETNAM”

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La guerra del Vietnam fu il conflitto combattuto tra il 1960 (data di costituzione del Fronte di Liberazione Nazionale filo-comunista, FLN) e il 30 aprile 1975 (caduta di Saigon), prevalentemente nel territorio del Vietnam del Sud, tra le forze insurrezionali filo-comuniste, sorte in opposizione al governo autoritario filo-americano costituito nel Vietnam del Sud, e le forze governative di questo stato, creato nel 1954 dopo la Conferenza di Ginevra in seguito alla cosiddetta guerra d'Indocinacontro l'occupazione coloniale francese (1945-1954). La guerra ebbe termine nell'aprile 1975 con la caduta di Saigon, il crollo del governo del Vietnam del Sud e la riunificazione politica di tutto il territorio vietnamita sotto la dirigenza comunista di Hanoi. Gli Stati Uniti subirono la prima vera sconfitta politico-militare della loro storia e dovettero accettare il totale fallimento dei loro obiettivi politici e diplomatici.

Una corsa d’altri tempi