Tratto dal mio ultimo libro “il mistero della pagoda del loto”




Io e Kaori consapevoli del nuovo status, ammiriamo per qualche attimo la grandiosità che ci circonda:
Dalle acque azzurre del tranquillo mare di fronte a noi, a quelle cristalline dei tumultuosi ruscelli che scendono dalle colline, passando al verde smeraldo dei placidi laghi che punteggiano la terrafermadi questo particolare universo.
Ci tuffiamo in mare e con l’agilità dei nostri nuovi corpi iniziamo a nuotare nell’elemento a cui siamo indissolubilmente legati. Il mondo sommerso, un ambiente selvaggio, bello ed incredibile, quanto pericoloso, spietato e crudele.
Spettacolare nei primi metri di profondità con colori difficilmente descrivibili, poi misterioso ed oscuro verso il fondo a causa del veloce incupimento frutto della difficoltà dei raggi solari di filtrare nell’azzurra “casa” di Nettuno.
Ci muoviamo sinuosi negli abissi marini con un accresciuto senso dell’orientamento sicuramente dovuto alla trasformazione.
Seguiamo l’istinto che ci guida verso una meta ben precisa dettata forse dalle nostre precedenti motivazioni, o più probabilmente da nuove sconosciute sensazioni indipendenti dal nostro volere. Nuotiamo tra spettacolari barriere coralline tropicali. Ecosistemi perfetti tra i più ricchi di specie e tra i più antichi della terra, frutto di centinaia di anni di lenta evoluzione ed impercettibile sviluppo. Ogni formazione calcarea è costituita da un gran numero di minuscoli polipi che concorrono alla costruzione dello scheletro. A seconda della varietà crescono dai pochi millimetri fino a diversi centimetri ogni anno.
Questi straordinari celenterati possono sopravvivere grazie ad una singolare simbiosi con microscopiche alghe (zooxantelle) che vivono dentro di essi e li riforniscono di ossigeno, zuccheri, amminoacidi e acidi grassi.
Sono proprio questi piccoli vegetali unicellulari grazie ai loro pigmenti foto-sintetici a conferire al corallo i caratteristici colori sgargianti.
Attraversiamo canali“sguazzando” in mare aperto ed in lagune.
Ammiriamo spettacolari pareti ricoperte di magnifici ventagli di gorgonie rosse che seguono dolcemente il ritmo delle correnti ed osserviamo con meraviglia morbidi alcionari nelle varie colorazioni di giallo e azzurro.
Passiamo sopra ad immensi altopiani madreporici dove ad ogni fessura e ad ogni anfratto, si cela la vita. Guardiamo divertiti famiglie di pesci pagliaccio giocare nel proprio anemone e branchi di pesci fucilieri presidiare il loro masso solitario.
Dai fondali si allungano come steli di un prato anguille di mare, mentre sogliole e razze si mimetizzano insabbiandosi. Coloratissimi spirografi e delicati ceriantus liberano elegantemente i loro tentacoli alla ricerca del plancton, per poi ritrarli al minimo accenno di pericolo. Un’infinità di invertebrati popola le barriere coralline vivendo in stretta relazione con l’ambiente circostante. Grandi cernie si fanno igienizzare la bocca da gamberi pulitori, mentre pigre remore amano farsi trasportare da tonni, squali e pesci spada.
“E’ forse questo il mondo perfetto che stavamo cercando?”
Nuotiamo riflettendo sulla domanda ed osservando estasiati il paesaggio, quando di colpo il reef si spegne tristemente, passando dai vividi colori ad un monocromatico bianco neutro. Guardiamo verso la superficie per verificare la profondità, poi torniamo a controllare il fondale sottostante. Si vedono molti coralli spezzati, conchiglie vuote e pareti spoglie.

Ma cosa sta succedendo?”